Ortopedia Mancini
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COME PROGETTARE UNA CALZATURA ortopedica SU MISURA

 

Quando parliamo di calzature ortopediche il nostro immaginario ci rimanda erroneamente a scarpe completamente prive di senso estetico e forma definita, estremamente pesanti che un tempo erano realizzate con l’unico scopo di “occultare” deformità plantari senza alcun fine terapeutico.

Ad oggi il compito è affidato al tecnico ortopedico che, grazie alle proprie competenze, è in grado di progettare e realizzare calzature ortopediche su misura che rispondano alle specifiche esigenze di ogni singolo paziente.


Esistono diversi tipi di calzature ortopediche su misura:

  • Calzature su misura per plantari
  • Calzature con forti rigidi o semi-rigidi
  • Calzatura con rialzo
  • Calzatura con riempimento di avampiede
  • Calzatura per gravi deformità
  • Calzatura di rivestimento a tutori o protesi

                               

Le calzature ortopediche vanno differenziate dalle normali scarpe in commercio in quanto le prime sono uno strumento per camminare mentre le seconde possono  non rispettare certi parametri e quindi trasformarsi in un capo di abbigliamento.

La calzatura intesa come strumento per camminare non può prescindere dal rispetto di determinati requisiti:

  • essere progettate con MATERIALI adatti allo specifico paziente
  • la TOMAIA deve essere irrigidita posteriormente con un contrafforte per evitare l’eversione o l’inversione del calcagno. (punto di controrotazione)
  • la SUOLA deve essere irrigidita posteriormente fino alla zona retro-capitata metatarsale per garantire maggiore stabilità, mentre, al livello dell’avampiede, deve essere più flessibile per consentire la libertà di movimento in flesso-estensione all’articolazione metatarso-falangea.
  • la MESCOLA del fondo delle calzature è altrettanto importante in quanto se non fosse di un materiale sufficientemente rigido cederebbe sotto carico e perderemmo l’efficacia del trattamento (es: un plantare non funzionerebbe in maniera adeguata).
  • l’ ALTEZZA DEL TACCO dovrebbe oscillare tra 1,5cm e 4 cm. Questo è un aspetto fondamentale in quanto l’altezza del tacco ci permette di distribuire al meglio le pressioni podaliche e rendere più efficienti le escursioni articolari della tibio-tarsica e del ginocchio. (es: tacchi troppo alti possono portare ad una limitazione dell’escursione articolare della tibio-tarsica e delle metatarso-falangee, alla flessione di ginocchio, ad un accorciamento del tendine d’Achille ed a iper-pressioni a carico dell’avampiede. / troppo bassi possono portare a iper-pressioni del retropiede, sovraccarico del tendine d’Achille, tendenza del piede a pronare maggiormente e a tutte le problematiche ascendenti che derivano proprio dalla pronozione fino al dolore nella zona lombare della colonna).
  • la LARGHEZZA DEL TACCO che deve essere congrua alla morfologia del paziente ( es: in caso di piede pronato e/o ginocchio valgo terrò la larghezza del tacco maggiore nella parte mediale, al contrario in caso di piede supinato e/o ginocchio varo la terrò più larga lateralmente).
  • il MODELLO della calzatura deve essere quanto più possibile accollato per sfruttare la zona tarsale come punto di contro-ascesa ed evitare che il piede scivoli in avanti durante la deambulazione.
  • la LUNGHEZZA della scarpa deve essere adeguata alla morfologia del piede del paziente. (es: se la scarpa è troppo corta si potrebbero creare dei conflitti meccanici tra le dita e la scarpa che possono produrre un effetto a pistone con iperpressione delle teste metatarsali e deformità avampodaliche, se la scarpa è troppo lunga il paziente potrebbe inciampare e deformare la calzatura).

 

 

In alcuni casi si possono anche derogare i principi generali per assecondare gli obiettivi specifici del singolo caso.


Nei prossimi articoli vedremo assieme quali sono i casi in cui è necessario seguire diverse regole e approfondiremo quelle già elencate.

 

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