Nel caso di Alluce valgo molto spesso la soluzione proposta al paziente ed il gold standard è di natura chirurgica. Tuttavia quando non si può e non si vuole ricorrere a questa ci sono valide alternative al problema.
Se tutti siamo d’accordo nel ritenere colpevoli le scarpe, nella grande maggioranza dei casi, tutti ritengono responsabili i tacchi alti e non considerano i macroscopici danni causati da scarpe scollate come le dannosissime “decolté” e, ancor peggio, le scollatissime ed a tacco bassissimo “ballerine”.
Spesso non si parla dalla regola principale che deve perseguire una scarpa, “strumento del cammino”, a salvaguardia della salute del piede: assicurare uno stretto rapporto retropodalico. Solo così possiamo dare la normale mobilità alle dita, ridurre le possibilità di deformazione e limitare il ricorso alla chirurgia.
La deviazione in valgo dell’alluce è sempre concomitante con il varismo del 1° metatarso. La distorsione (sublussazione) della cuneiforme-metatarsale, esita in una insufficienza del 1° raggio e conseguente algia delle teste centrali, chiamate a sovraccaricarsi: convessità trasversale dell’interlinea capitata.
Le conseguenze, dando per scontato il dolore centrale della pianta (metatarsalgia) e l’eventuale borsite mediale sulla testa, possono essere molto pesanti; pensiamo allo squilibrio dell’avampiede, alla ricerca di superfici caricabili, e ai danni posturali prodotti nel tempo, alla caviglia, al ginocchio, all’anca ed alla colonna vertebrale.
IL CASO
Esaminiamo ora questo piede con medie deformità, dalle quali si evidenziano importanti squilibri di carico (insufficienza del 1° e ipercarico del 2° e3°), deviazione dell’alluce in valgismo e 2° dito a martello, leggera borsite mediale sul1° metatarso.
Obiettivi ortesici:
- Stabilizzare l’appoggio.
- Garantire uno stretto rapporto retropodalico con la scarpa.
- Assicurare il giusto volume della tomaia tenendo conto del dito a martello e dello spessore del plantare.
- Evitare la pressione mediale sulla testa del 1° metatarso.
Nota: Il varismo del 1° metatarso, allargando la pianta, riduce, lungo la parete mediale, la superfice di contatto piede-scarpa, concentrando la pressione soltanto sulla parte mediale della testa, con l’alluce ormai lussato.
Progetto:
Mettendo in campo azioni di serraggio delle diafisi metatarsali, otteniamo una divaricazione delle dita e una riduzione sensibile della convessità trasversale plantare. L’azione di serraggio metatarsale non può essere realizzata con le più svariate tipologie di ortesi plantari, se non supportate da contenitori adatti, scarpe su misura con materiali adatti e ben allacciate, veri e propri “strumenti del cammino”.
Plantari su calco con appoggi retrocapitati e con alette mediali e laterali per compattare le diafisi metatarsali: Schema del dispositivo plantare-scarpa da implementare per la prevenzione e il mantenimento.
PLANTARI “MANCINI AV”
L’azione compattante delle alette produce la divaricazione delle dita e tende a cavizzare trasversalmente la pianta del piede.
Questo è il nuovo plantare che abbiamo progettato e realizzato, per controllare il valgismo dell’alluce e di molte deformità dell’avampiede. Le alette diafisarie sono fondamentali per aumentare le superfici di contatto lungo le pareti della tomaia e ridurre o eliminare l’attrito con la 1° e 5° testa metatarsale.
Va da sé, che il funzionamento necessita di una calzatura adeguata che deve rispettare le regole generali: stretto rapporto retropodalico, volume adeguato, una buona calzabilità, e un’allacciatura che consenta di poter serrare adeguatamente le diafisi metatarsali.
Serraggio delle diafisi metatarsali, spazio alle dita, riallineamento delle teste.
Nei casi di alluce valgo grave, dita lussate a colpo di vento e a martello, spessore dell’avampiede raddoppiato sono indicati i plantari “Mancini”, realizzati da impronta su sacche pneumatiche,
positivi adeguatamente stilizzati, stampaggio sotto vuoto di materiale termoformabile (poliform) e rilevazione delle alette diafisarie metatarsali.
Nei casi più importanti è necessario progettare il contenitore giusto, che rispetti le regole, con una profonda apertura per consentire un’agevole calzabilità, un’allacciatura regolabile e ben accollata (stretto rapporto retropodalico e compattamento delle alette diafisarie), un volume anteriore importante della tomaia e realizzato in materiale morbido.
LE FIBRE DORSALI LENTE
Le consuete tecniche costruttive di calzature su misura per deformità importanti dell’avampiede, si avvalgono di forme adeguatamente ispessite, e rialzate in corrispondenza delle dita a martello. Prevedono inoltre l’utilizzazione di pellami morbidi.
Spesso questi accorgimenti non sono sufficienti: nella fase di montaggio la tomaia viene trazionata, per cui le fibre del materiale restano più tese proprio dove servono più elastiche, in corrispondenza della quota più elevata della tomaia (dito a martello).
La tecnica di realizzazione a fibre lente consente di mantenere inalterate le proprietà naturali visco elastiche dei materiali del “tetto” della tomaia, trazionando lievemente soltanto
le “pareti”. La tomaia prima del montaggio, presenta già una sua forma tridimensionale, possiede già una parete e un tetto. Il montaggio viene realizzato sottoponendo le pareti ad una leggera trazione, lasciando il tetto al proprio stato naturale.
Desideri avere maggiori informazioni? Contattaci a info@ortopediamancini.it
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